| preparate i fazzoletti
cappy four
Era una mattina di fine gennaio,Vale era appena arrivata a scuola sempre per ultima,poco prima che suonasse la seconda campanella. Non sopportava l idea di doversi fermare a parlare con le “finte amiche”,quelle che facevano le simpatiche e cercavano di coinvolgerla nelle loro attività,o nei loro gruppi di studio,solo perché vista la sua situazione economica e scolastica avrebbero avuto solo vantaggi .I professori l’adoravano sempre studiosa anke se il tempo che passava sui libri,non era molto,ma le bastava leggere poche volte gli appunti presi integrati con le cose scritte sul libro che il giorno dopo l’8 era assicurato,quella era la sua fortuna una buona memoria e capacità di sintesi,senza per questo dimenticare i punti fondamentali. Quella mattina restò stupita di non trovare,l’amico ad aspettarla,soprattutto perché quando le mandò il messaggio del buongiorno non le aveva detto che stava male o che per una qualsiasi ragione non sarebbe venuto. Senza farsi vedere dalla professoressa di matematica tolse il cellulare dallo zaino e lo mise davanti all’astuccio”1 messaggio ricevuto”aprì era di Nicola un amico di Marco che le stava abbastanza antipatico,”Marco non c’è più ha avuto un incidente ho chiamato subito l ambulanza ma è morto appena arrivato in ospedale”.Scoppiò a piangere andò in bagno e nel frattempo la notizia aveva fatto il giro dell’istituto,chiese il permesso alla professoressa di tornare a casa e dopo essere scesa dalla preside per firmare il registro,uscì dall’istituto e aspettò il pullman che portava all’ospedale. Arrivata trovò Nicola seduto sulla sua moto che fumava,con gli occhi gonfi di lacrime come lei, s’avvicinò e dopo averla abbracciata le sussurrò all orecchio ”non avrebbe mai voluto vederti cosi”. La portò da lui,c’erano i genitori davanti alla stanza visibilmente distrutti. I rapporti con loro non erano mai stati dei migliori,complice anche il fatto che il padre era collega del suo e questa amicizia come tutto quello che coinvolgeva i genitori non le piaceva di principio,ma quello non era il posto ne tantomeno il caso di far riemergere tutti i vecchi dissapori. Per tutto il viaggio continuò a domandarsi perché proprio a lui doveva capitare, l unica persona che le avesse mai voluto bene e non perdeva occasione per dimostrarglielo,l’unica che restava ad ascoltarla per ore senza lamentarsi sia quando parlava di cose futili che quando aveva bisogno di sfogarsi ,l’unica di cui si fidava, l’unica che credeva in lei e l’appoggiava in qualsiasi cosa faceva,l’unica che la considerava speciale ed era riuscita ad andare oltre l’apparenza,l’unica che riusciva a farle tornare il sorriso,l’unica che quando la sfiorava le faceva venire i brividi,l’unica ad accettarla per quello che era con tutti i suoi limiti e debolezze ,si era davvero unico in tutti i sensi. Arrivata a casa stranamente trovò la madre,ma non la salutò corse in camera e da li non uscì per diverse settimane,distesa sul letto tutto le ricordava lui guardare le foto fatte insieme era diventato impossibile. Fortuna c’era la musica ad alleviarle il dolore e c erano loro. Quando trovò le forze per riaccendere il computer capitò per caso sul forum che alcune ragazze avevano creato per supportarli e trovò un foto di Ka seduto che stava accordando la chitarra,decise di stamparla e la incorniciò era incredibile come in quella foto gli somigliasse anche se l’unica cosa che avevano in comune era il colore degli occhi,non sapeva il perché ma quella foto le trasmetteva la passione che tutti e due avevano per quello strumento. ….Le ultime note misero fine a quell’agonia,nel frattempo si era seduta davanti a lei una signora stava leggendo una serie di fogli scritti a computer con alcune parti evidenziate,probabilmente tra qualche ora avrebbe avuto una congresso,l’aveva capito da come era vestita. Una cosa che le piaceva fare era proprio quella di osservare la gente al parco,in tram,dentro i negozi,in gelateria,ovunque senza farsi vedere e immaginarsi dove viveva,quale lavoro faceva insomma com’era la loro vita tutto questo partiva dal loro modo di vestire. In fondo nel mondo in cui viveva l’apparenza era tutto,la gente veniva giudicata in base al modo di porsi con gli altri,questa cosa l’aveva capita molti anni prima,durante una di quelle cene a cui era obbligata a partecipare con i genitori “il festival della falsità” cosi le avevano ribattezzate lei e Marco,a causa di quei sorrisi falsi che facevano la loro comparsa sul viso degli invitati ogni 3 secondi. Arrivò il controllore Vale gli mostrò il biglietto e notò che la signora continuava a lanciarle occhiate piene di compassione e questo non le piaceva affatto cosi tornò a guardare fuori dal finestrino,paesaggi di campagna e industriali si alternavano tra di loro velocemente ,come le canzoni del suo i-pod,Finley,Tbs,Lost,Avril,Tns,Blink, Green day ecc… Lesse il cartello finalmente era arrivata,cosi mandò,un messaggio alla sua compagna di classe,che le era stata vicina in quel periodo,una ragazza semplice che come lei condivideva,la passione per la musica e per le corse al parco” Sono scappata da casa ma non preoccuparti ci vediamo mercoledì a scuola,ho solo bisogno di vederli e di stare un po’ lontana dai miei,ci vediamo e mi raccomando non dire niente a loro ”inviato.
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