38°CAPITOLO
Antonella
Ero completamente agitata. E questo non mi succedeva mai. Okay, okay. Lo so che era solo una skifossissima pizza. Ma per me era anche qualcosa di più. Sentii il suono del campanello. Di sicuro era ill ragazzo delle consegne. Scesi le scale e aprii di botto. Mi ritrovai di fronte ben altro, fortunatamente. Lui. Nel suo più completo splendore. Sorrisi e lo feci passare. Sospirai, chiusi la porta e feci strada verso la cucina.
"Ecco la mia umile casa!" esclamai di soppiatto.
"Alla faccia dell'umile". Risi, e lui con me.
"Dai. Ti mostro casa."
"Andiamo". Gli mostrai tutto. Rimase entusiasta. Anche se aveva una casa molto più bella e più arredata di quella.
Passò mezz'ora. Niente pizza.
Passò un'ora. Ancora niente.
E noi intanto incominciammo a parlare. Di tutto. Mi sentivo amio agio. Era stranamente piacevole stare con lui.
E finlamente capii. Anche se lo aveva immaginato, anche se lo aveva sperato, ora ne era certa. Capii che anche lui provava qualcosa nei miei confronti. Sorrisi a quest'idea stupida. La pizza oramai era andata a farsi fottere. Mi accoccolai di più a lui, guardandolo di tanto in tanto. Mi accarazzeva i capelli, giocandoci quasi come se non volesse perdere nessun momento. Il film che stavamo vedendo non lo stavo neanche badando. Mi piaceva star lì, ad occhi chiusi, assoporare il suo profumo. Quel prosumo così ntenso che non si dimentica facilemte, così elettrizante che vorresti metterlo tu stessa pur di sentirtelo sulla tua pelle. Mi strinzi inconscimente di più a lui.
"Prometto che un giorno..."
"Un giorno?
" domandai perplessa. Cosa voleva fare?
"Poi vedrai. Meglio tenerle per me certe cose.". Sorrisi,
"Grazie lo stesso, nè?"
"Prego." Il film finì. Finalmente. Non so come, non so nenache il perchè. Ma mi ritrovai di fronte a lui. I suoi occhi mi fissavano intensamente, ed io non ce la facevo a a resistere. Distolsi subito lo sguardo. E di sicuro arrossi. Sentii le mie guance in fiamme. Con l'indice della sua mano mi prese sottomento e mi costrinse a guardarlo. I suoi occhi color nocciola erano talmente profondi, ma in un certo modo riuscivo a guardare il fondo. Vedevo della paura. Paura di che? Aggrottai le sopracciglia.
"Che c'è?"
"Hai paura!"
Rimase senza parole. Mi accorsi che avevo fatto centro. "Perchè?" domandai preoccupata.
"Ho paura di una tua reazione"
"Così sì che mi sei di aiuto"
Sbuffò e alzò gli ochci al cielo. Poi ritornò a guardarmi. Piano e delicatamente mise le sue mani dietro alla mia nuca e si avvicinò a me. Il mio cuore accelerò, batteva troppo velocemente per poterlo calmare. E finalmente posò le sue labbra sulle mie. Quel bacio pauroso, quasi lucubre dovuto ad una sua paura per una mia reazione, divenne più sicuro, più focoso. Perchè c'era voluto tanto?
Quando si staccò da me, mi sentii un pò svampita. Quanto tempo era durato quel bacio?
"Se sapevo che avresti reagito così, lo avrei aftto prima, molto prima" disse sorridendo ma non allontanandosi neanche di un cm da me.
"Se avessi saputo che lo avresti fatto, ti avrei dato io qualche spinta in più". Fui consapevolmente sfacciata nel dirgli questa cosa, ma lui mi sorrise ancora.
" Mi piaci sempre di più"
" Meglio così". E questa volta, fui io ad avvicinarmi a lui.
stanne certaaaa 
hhahha